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I 10 errori più comuni nella trasformazione Agile

Scritto da Fabio Lisca | 24 agosto 2020

Quando parliamo di trasformazione Agile dobbiamo tenere presente che ci sono dei passaggi fondamentali da seguire ed errori molto comuni a cui fare attenzione. Quali sono? In che modo sono dannosi e rallentano la trasformazione?

Fare Agile ed essere Agile

Per prima cosa dobbiamo tenere presente che c’è una grande differenza tra le aziende che “fanno Agile”, cioè quelle aziende che implementano alcune metodologie Agile, ma senza cambiare la struttura e la cultura organizzativa e quelle che “sono Agile”, che hanno cambiato la loro cultura attraverso il Mindset Agile.

Sebbene possa sembrare semplicemente una differenza dettata dalle scelte organizzative aziendali, fare Agile o essere Agile implica molto di più.

Infatti, chi vuole adottare Agile si trova di fronte a una scelta che comprende sostanzialmente due possibilità:

  • pensare Agile come un insieme di metodologie a sé stanti che si possono applicare in qualsiasi organizzazione;
  • accettare Agile come un Mindset e che l’unico modo per adottarlo è impostarlo in una prospettiva di sistema, cambiando, col tempo, la configurazione della struttura organizzativa.

Applicare il Mindset Agile richiede un percorso, durante il quale è importante cercare di evitare alcuni errori; vediamo quindi i 10 errori più comuni nella trasformazione Agile.

I 10 errori più comuni quando si implementa Agile in un’organizzazione:

1) Non partire dal Mindset Agile:

che equivale ad introdurre il cambiamento come se fosse un semplice processo aziendale. Invece, come abbiamo accennato poco fa, il passaggio ad Agile non è l’ennesima metodologia di lavoro, ma un vero e proprio cambio di paradigma.

2) Non iniziare con uno o più progetti pilota:

come abbiamo visto poco fa, le organizzazioni tradizionali basate sul paradigma di predizione e controllo pensano che Agile sia solo un nuovo modello da applicare in azienda. Questo porta alla percezione di poter imporre il modello Agile in uno stile tipicamente top-down, attraverso un programma di change management waterfall. Il punto è che Agile non si può imporre.

3) Non agire sull’organizzazione come sistema:

c’è una sostanziale differenza tra le organizzazioni convenzionali che credono che la causa delle buone o cattive performance siano le persone, e un’organizzazione Agile che sa che le performance dipendono per il 94% dal sistema e solo un 6% dalle persone. Se non si agisce sul sistema non è possibile apportare alcun miglioramento. Se si incolpano le persone per quel 6% di potenziali errori non si apprenderà mai come evitarli in futuro.

4) Non formare adeguatamente le persone al Mindset Agile e alle nuove competenze:

formare le persone per spiegare il nuovo mindset è fondamentale. Un accorgimento però: il mindset Agile si può comprendere attraverso la formazione, ma si può apprendere soltanto attraverso la sua applicazione. Partire dalla consapevolezza di cosa è Agile, come funziona e cosa comporta per un’organizzazione è fondamentale e imprescindibile.

5) Non partire dal valore per il cliente finale:

la trasformazione Agile ha come obbiettivo, punto di partenza e di arrivo la customer-centricità. Se il cliente non è il punto di partenza della trasformazione Agile, allora non si sta facendo nulla di Agile.

6) Non lasciare che i team si formino su base volontaria:

dal momento che una trasformazione Agile parte dal cliente, ne consegue la creazione del progetto per soddisfarne bisogni e desideri. Tale progetto è un’occasione per creare qualcosa di nuovo e rinnovare e modificare i processi preesistenti: è quindi importante lasciare che i team si generino su base volontaria.

7) Non lavorare al di là di piani, budget, target e obiettivi:

questi elementi sono il cuore delle organizzazioni convenzionali basate sul paradigma di predizione e controllo. Cosa succede se non si orientano le persone sui numeri richiesti dal management, ma sul vero bisogno e valore per il cliente? Certamente un approccio Agile ed un cliente più soddisfatto.

8) Non imparare dagli errori:

per dare la possibilità di apprendere dagli errori bisogna garantire un ambiente sicuro e di continua sperimentazione. Senza questi due elementi del Mindset Agile, la strada per la classica cultura della colpa è spianata. 

9) Non considerarlo un viaggio senza una fine:

in Agility nulla è definitivo, ma tutto può essere migliorato perché i clienti ed i loro bisogni cambiano continuamente. 

10) Non dotarsi di Agile Coach interni durante la fase di scale-up:

il progetto pilota getta le fondamenta per apprendere come poi si può scalare Agile nella filiera di processi che si vuole modificare fino a coinvolgere l’intera organizzazione. Durante il progetto pilota è importantissimo affidarsi ad un Agile Coach esterno che supporti il team multifunzionale durante la trasformazione dei processi. Alcune persone che hanno preso parte al progetto parteciperanno ad un percorso formativo per diventare Agile Coach in modo tale da prepararsi ad implementare il modello operativo e il mindset Agile nell’intera organizzazione.

Conclusione

Dai 10 errori emerge che per avere successo nel processo di trasformazione Agile è necessario un forte cambiamento culturale e un supporto da parte di esperti. Uno dei passi più importanti per diventare Agile è iniziare con un progetto pilota. Se vuoi avere consigli su come affrontarlo puoi richiedere una consulenza con noi.