Le aziende cercano nuovi modi di innovare e crescere in un mercato e in un contesto economico in rapida evoluzione. Cerchiamo di capire come siamo arrivati ad oggi, quale era il modello organizzativo che ci ha portato fin qui e perché non funziona più.
Nascita ed evoluzione
Si può fissare la data di nascita del modello organizzativo che si è imposto nel XX secolo con la pubblicazione di Il Management Scientifico di Taylor. Correva l’anno 1911 e il mondo si avviava verso la produzione di massa che aveva determinate caratteristiche:
- elevata routinarietà e ripetitività delle attività. Chi non ricorda la catena di montaggio della celebre Ford modello T, l’auto per tutti: stesso telaio, stesso motore, stessi interni e di qualsiasi colore vogliate purché sia nero.
- Elevata prevedibilità del mondo. Era possibile analizzare che cosa era accaduto in passato e proiettarlo in futuro con una ragionevole certezza che le previsioni si sarebbero avverate. Anche se l’inaspettata crisi finanziaria del 1928 poneva già allora molti dubbi sul sistema economico basato su quello finanziario.
Inoltre, l’unico modello a cui la nascente industria poteva far riferimento era quello militare che non solo aveva creato la burocrazia militare ma anche quelle statali. Famoso il caso del disastro ferroviario Western Railroad negli USA nel 1841 che condusse l’organizzazione ad adottare la dottrina militare prussiana come un modo per conseguire la responsabilità. Dal modello militare discendono la metafora “il business è una guerra” con la conseguente
- arena competitiva,
- la strategia,
- le tattiche,
- le campagne,
- la conquista delle quote di mercato,
- battere i concorrenti,
- avanzate di conquista di nuovi mercati,
- i chief officers,
- la catena di comando,
- la struttura organizzativa verticistica e piramidale,
- le procedure,
- le mansioni,
- il controllo,
- la comunicazione top down,
- la separazione tra chi prende le decisioni e chi le esegue,
- la competizione interna per le posizioni di comando,
- il disegno organizzativo per funzioni aggregati in dipartimenti.
Il modello burocratico per eccellenza.
Procedure e standardizzazione
Naturalmente qualcosa si aggiunge per la nuova logica produttiva e da comando e controllo si entra nel paradigma delle predizione e controllo. Questo implica che i processi vanno standardizzati e proceduralizzati per assicurarsi che tutti li eseguano allo stesso modo, e qui subentra anche Weber che descrive proprio la burocrazia come una standardizzazione del lavoro per cui non ha importanza chi lo esegue se viene eseguito secondo la procedura. Subentrano la logica produttiva PUSH, le economie di scala, e i nuovi indicatori numerici i KPI, i target, gli obiettivi da raggiungere, gli obiettivi di output di produzione, il budget, i criteri di valutazione delle persone, che erano proprio stati inventati dai militare per selezionare le reclute. Ma la logica non cambia: chi comanda decide la strategia e la cala così come viene calato il potere, i compiti vengono assegnati, le persone (chiamate risorse umane) vengono allocate, gli stipendi sono correlati alla posizione, la competizione interna stimolata, il valore identificato in efficienza e prevedibilità, il successo ottenuto attraverso il controllo ristretto, l’efficienza prevale sulla libertà di azione, la dinamica è prevalentemente conservativa: mantenere il guadagno ottenuto in passato. E, come insegnano nelle business school, lo scopo di un’azienda è quella di fare profitti e remunerare gli shareholder che non sono solo gli azionisti ma anche i top manager. Per farlo si avvale della strategia il cui scopo è mantenere un vantaggio competitivo e battere i concorrenti.
Le conseguenze
Il modello organizzativo dominante del XX secolo si è rotto, non funziona più. Le aziende che lavorano all’interno di quel modello
- non sanno innovare,
- non creano valore,
- l’economia tradizionale è in declino,
- il tempo di vita delle aziende che non cambiano si sta accorciando drammaticamente,
- le persone che lavorano in queste organizzazioni vengono sistematicamente disengage, demotivate, deresponsabilizzate.
In breve queste aziende si stanno lentamente estinguendo.
C’è bisogno di un nuovo modello organizzativo
Il modello organizzativo del XX secolo non può più funzionare perché il mondo è cambiato e nuove organizzazioni che si fondano su un modello operativo emergente stanno dettando la strada del XXI secolo, l’epoca della Business Agility.
Queste organizzazioni sono guidate dalla capacità di conoscere e soddisfare i propri clienti, lo scopo non è più fare profitti ma avere un impatto significativo per i propri clienti, il guadagno è una conseguenza. Queste organizzazioni hanno abbandonato l’illusione del controllo e all’opposto stanno abilitando le persone a prendere decisioni per rispondere ai bisogni del cliente in tempo reale e creare nuovi prodotti/servizi per soddisfarli. Stanno puntando sulla creatività delle persone e sulla loro capacità di apprendimento. Queste organizzazioni stanno creando innovazione continua e stimolano le persone che lavorano con loro a diventare imprenditori interni. Gli obiettivi vengono auto-assegnati in base ai dati di impatto che arrivano dai clienti. Certo c'entra molto la tecnologia e la capacità di utilizzarla.
Le organizzazioni burocratiche del XX secolo sono tramontate perché non sono in grado di rispondere al mutato contesto economico e sociale che vede la competizione non più focalizzata sul battere i concorrenti, bensì sulla creazione di una relazione unica e duratura con i clienti.
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