Nel linguaggio economico, specialmente nell’economia classica, il termine crisi designa la fase del ciclo economico che è conseguenza del verificarsi di una situazione di sovrapproduzione generalizzata, le cui caratteristiche fondamentali sono:
- il passaggio rapido dalla prosperità alla depressione;
- il calo della produzione;
- una diffusa disoccupazione;
- prezzi tendenzialmente decrescenti;
- bassi salari;
- una contrazione dei profitti.
Il significato del termine comprende anche altri fenomeni, sempre con riferimento a situazioni di difficoltà grave del sistema economico o di un suo particolare settore o area. (Fonte Treccani)
Un esempio, molto utilizzato nei libri di storia, per spiegare cosa è una crisi è la depressione generale dell’attività economica che ebbe inizio con il crollo borsistico di Wall Street nel 1929, si estese agli altri paesi e si protrasse fino alla Seconda Guerra Mondiale. Esempi più recenti di crisi economiche e finanziarie furono quella provocata dallo scoppio della bolla delle aziende attive nell’ambito di internet tra il 2000 e il 2001 o quella originatasi nel mondo della finanza e del real estate negli Stati Uniti alla metà del 2006 e culminata con la dichiarazione di bancarotta, il 15 settembre 2008, della maggiore banca d’affari USA, la Lehman Brothers.
Che tipo di crisi ci troviamo a fronteggiare oggi?
Questa specifica crisi globale è stata generata da un evento totalmente inaspettato (la diffusione senza precedenti di una pandemia globale) o, se preferite, da una serie di eventi traumatici su scala enorme (le morti, le città vuote, la chiusura di tutte le attività in moltissimi paesi economicamente importanti, la cancellazione di tutte le nostre comodità, la modifica forzata dei nostri comportamenti) e ha viaggiato ad una velocità devastante, generando un livello di incertezza mai visto sino ad ora: questo fenomeno ha provocato e tuttora provoca paura, o quantomeno disorientamento, una forte sensazione di impotenza, di perdita del controllo, anche in persone normalmente molto sicure di sé.
Quale sarà l’impatto di questa crisi?
È molto probabile che la crisi del 2020 cambierà per sempre il nostro modo di pensare perché metterà in discussione molti degli elementi che davamo per scontati. Gli aspetti di cui stiamo parlando sono quelli che hanno caratterizzato la nostra vita, il nostro modo di pensare, essere, di lavorare fin dall’inizio, da quando ne abbiamo memoria.
Già da qualche tempo, con l’avvento della rivoluzione digitale, ci eravamo abituati a mettere in discussione la possibilità che il mondo fosse veramente così statico come ci avevano insegnato all’università. La velocità del percorso evolutivo aveva già avuto un’importante accelerazione negli ultimi due decenni, da quando, nel nel 1993, Al Gore aveva comunicato al mondo la nascita di Internet, ma moltissime persone lo avevano ignorato e continuavano a ragionare con i paradigmi che caratterizzavano il mondo precedente.
Il Covid-19, e tutte le conseguenze disastrose che ne sono derivate, ci hanno semplicemente messo di fronte all’evidenza: per uscire dall’impasse dovremo cambiare mindset, prontamente e radicalmente.
Come si cambia un modo di pensare?
Per superare questa crisi dovremo imparare a risolvere problemi complessi.
Per affrontare problemi complicati, come mandare un razzo sulla luna, abbiamo bisogno di scomporre il problema e semplificarlo, non abbiamo una soluzione univoca, certa, ma abbiamo strumenti già validati dall’esperienza per risolverla. Per i problemi semplici come fare una torta ci basta addirittura una ricetta (Fonte Stacey Complexity Model).
Invece, quando ci troviamo di fronte un problema complesso, o addirittura caratterizzato dal caos, come il collasso del sistema sanitario ed economico o il cambiamento sostanziale delle abitudini dei nostri clienti e user, possiamo solo sperimentare soluzioni nuove e imparare dagli errori che commettiamo. Il livello di incertezza si alza in maniera esponenziale. Se proviamo ad affrontare problemi e situazioni complesse come se fossero semplici o solo complicate commettiamo un grave errore, perché tendiamo ad applicare ancora regole, paradigmi, che hanno funzionato nel passato, non sono più valide nel presente e tantomeno ci aiutano a predire il futuro.
Affidandoci a loro non riusciamo a risolvere il problema, dobbiamo mettere in discussione i nostri assunti, le basi storiche del nostro modo di ragionare, essere pronti ad abbandonarli e diventare soprattutto capaci di apprendere velocemente.
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Quali sono i passi da compiere per gestire la crisi in modo Agile
Per modificare gli assunti ripensiamo al metodo socratico: “so di non sapere”. Mettiamo in dubbio tutto quello che abbiamo sempre fatto in passato, verifichiamo la sua validità ex novo, con la curiosità e la voglia di indagare propria del metodo scientifico. Raccogliamo continuamente dati e informazioni, analizziamo, prendiamo decisioni di brevissimo termine e sperimentiamo sul campo per ottenere ulteriori approfondimenti e apprendimenti.
Facciamolo utilizzando le nostre più grandi risorse, le persone. Comunichiamo uno scopo, o meglio condividiamolo e costruiamo insieme una visione del risultato che vogliamo ottenere. Creiamo un ambiente, un clima di lavoro dove sia possibile sperimentare rapidamente, dove i fallimenti siano accettati e anzi apprezzati come parte fondamentale del processo di apprendimento collettivo. Stimoliamo la collaborazione, incoraggiamo le persone ad imparare velocemente, a prendersi rischi calcolati, a condividere il risultato del loro lavoro con gli altri e a costruire interconnessioni forti.
Questi elementi di buon senso che ho descritto se ci pensate bene sono la base di quella che oggi nel mondo, forse anche grazie a questa crisi, è venuta alla ribalta come Business Agility, i cui principi fondamentali sono quattro:
- Make people awesome: di fronte a questa crisi sono improvvisamente risultati evidenti i limiti dei modelli organizzativi tradizionali e da molte parti è stato riconosciuto che l’unico modo per reagire velocemente al famoso V.U.C.A. (Velocity, Uncertainty, Complexity, Ambiguity) world è quello di creare un legame forte con le proprie persone, costituendo dei team agili e veloci in grado di cogliere le necessità a tutti livelli e di tradurle in azioni immediate per la propria organizzazione.
- Make safety a prerequisite: per realizzare questa piccola grande rivoluzione è necessario che le persone stesse si espongano ai rischi, non abbiano paura di sperimentare e di sbagliare, che siano disposte a prendersi delle responsabilità e siano motivate a raggiungere i risultati. L’unico modo per realizzare questa magia e creare un ambiente all’interno del quale le persone si sentano estremamente sicure, ci sia un clima di fiducia tra loro e diffuso nell’organizzazione.
- Deliver Value Continuosly: questo principio presuppone che ci sia una partnership con clienti e fornitori, che permetta di aggiungere costantemente valore, con un focus sulla raccolta di feedback diretti e sinceri dai clienti, la volontà di creare alleanze, rete con i propri fornitori, per metterli in grado realizzare per noi il miglior servizio.
- Experiment and learn rapidly: la collaborazione con clienti, fornitori e dipendenti porta alla sperimentazione continua di nuove soluzioni e all’acquisizione rapida di nuovi apprendimenti, risultati che devono essere a loro volta continuamente sperimentati e condivisi, per essere successivamente adattati a una situazione che continua ad evolversi a velocità mai viste prima.
Solo attraverso l’acquisizione di un Mindset Agile, l’attenzione costante a sviluppare nuove competenze e nuove consapevolezze, che mettano in grado l’azienda di adattarsi velocemente al nuovo mondo, alla nuova normalità, potremo evitare che questa crisi, inizialmente sanitaria, provochi anche un’enorme quantità di vittime economiche.